LA VIA DELLA VERITA’
A RUDOLF STEINER. A MASSIMO SCALIGERO.
MAESTRI SOLARI
ASCESI DEL PENSIERO
Cap. 1 La verità
La Verità esiste.
Eterna e una.
Reale e tangibile.
Pura ed assoluta ma al tempo stesso continuamente applicabile alla realtà contingente che da impura e relativa può approssimarsi ad essa sino a livelli supremi.
E tale è il compito dei tempi attuali.
Manifestare la Verità.
Farla fluire nel mondo tramite la propria persona
Accedere ad essa secondo i propri compiti e le proprie possibilità.
Ma non occorre cercarla –essa già esiste continuamente sfiorata e perduta dall’uomo che pensa- ciò che occorre conquistare è quella purezza,quella assenza di desideri consci e semiconsci,quella serenità di anima e pensieri che permette di scorgerla.
La Verità è ciò che si vede e si sa e si decide quando si è tanto coscienti e tanto puri da poterla concepire.
Non è un concetto o una dottrina o una ideologia da ripetere in branco,ma una luce intuitiva della coscienza capace –purchè pura- di concepire in prima persona ciò che è giusto e ciò che non lo è in rapporto ai propri compiti ed alle proprie capacità.
L’uomo continuamente sfiora questa luce,questa possibilità,questa potenza di retto giudizio che è implicita ad ogni pensiero,ma anziché ascendere sin ad essa,la ricopre dei propri “desideri interiori” e la degrada,la opacizza abbassandola al livello di opinione,di ciò che desidera che sia,di ciò che la sua conformazione caratteriale ed animica pretende che sia.perciò stesso perdendola.
I concetti,le ideologie,la cultura,le dottrine,gli ideali non sono la verità (e pertanto impararli cerebralmente a nulla vale) ma solo (e nel migliore dei casi,invero attualmente rarissimo) il prodotto di quella rarefatta,siderea dimensione di supremo equilibrio interiore e di lucida,cosciente trasparenza intuitiva che sola,aformale,eterna,archetipica,vuota è la Verità,e che è essa da conquistare, non i suoi prodotti dialettici,discorsivi,utilizzabili soltanto come appigli intuitivi per introdurvisi.
In questi termini la Verità è una con l’elevazione della persona e l’errore è il degradamento di essa al proprio livello umano,per quanto nobile o erudito o artisticamente acuto esso possa essere.
La via della Verità passa attraverso il troncamento,il superamento in alto dei propri limiti umani.
Niente altro.
Senza scampo.
In suprema nudità.
La Verità è vuota e non può essere analizzata.
E’ una luce di purezza interiore cui solo chi ascende può attingere,ed al cui chiarore soltanto si possono concepire idee conformi a giustizia,realmente incidenti sulla realtà,realmente morali.
E’ uno stato d’essere,non una documentata analisi.
Una siderea dimensione interiore,non una consolante dottrina.
Una luminosa qualità d’animo e di mente,non una monumentale teoria economica.
E’ inoltre un apice umano che ha in se stesso la propria ragione d’essere ,che E’ senza dipendere da nulla altro,che occorre conquistare di per se stesso e non per le eventuali applicazioni intuitive che dall’alto di quella luce possano venire concepite,formulate,decise ed applicate alla realtà, in quanto la Verità è già agire sulla realtà,è la riconnessione (seppure temporanea e continuamente da riconfermare) dell’umano con la propria realtà originaria che compete ad ogni uomo secondo le proprie capacità e possibilità.
La Verità è la condizione normale dell’uomo.
Una assenza di desideri e di velleità naturalistiche insorgenti dalla componente semplicemente razziale,soggettiva,emotiva che è il rifiorire dell’IO umano al livello di nudità in cui soltanto è realmente libero,o in cui soltanto può iniziare ad esserlo,e dal quale soltanto può trarre indirizzi di azione e di decisione realmente giusti perché liberi e quindi morali.
La via della Verità non è prefissata (e nessuno può studiarla cerebralmente o fideisticamente recitarla mediante dogmi o testi sacri rivelati o ciechi e intoccabili materialismi dialettici che tutto credono di spiegare lasciando immutata ed immota l’interiorità umana) ma è un compito di lucente,silenziosa,nobile ascesi interiore individuale,a cui nessuno può sottrarsi, poiché ognuno è veramente se stesso solo fra le vette del proprio assoluto e soltanto fra i ghiacci e le aurore interiori di quelle ascese è riposta la purezza animica e la luce intuitiva che è il proprio OGGETTIVO spiraglio sull’unica Verità.
Tale il compito.
La meta.
La conquista.
La Verità è una, molteplici spiragli su essa non potranno (non possono) che accordarsi fra loro,seppure raggiunti a livelli diversi e tradotti in concetti diversi.
Soltanto l’errore (la verità corrotta) può dividere, la Verità è universale,è un assoluto umano,è una condizione di chiarezza interiore che non può non unire secondo la realtà effettiva delle cose.
Il resto è solo ottundimento,sublimazione erudita,poetica,visionaria del soltanto umano,delle svariate componenti che sono diverse (più o meno nobili) per gradazione,intensità,qualità,in ogni uomo e che ne rappresentano soltanto il limiti,la componente subpersonale da superare e non da codificare dialetticamente,politicamente,religiosamente.
La Verità è in alto (nuda,pura,incorruttibile) e con essa è impossibile barare,così come è impossibile esaurirla in un dogma o in una filosofia, ad essa si può solo attingere elevandosi fra le vette delle proprie migliori qualità,che solo a tali altezze possono valicare i limiti del soltanto umano,iniziando a trasmutarsi in qualche cosa di oggettivamente,di universalmente valido,reale,operativo.
Così come fra uomo e donna quando fiorisce vero amore permeato di offerta interiore,di volontà di consacrazione reciproca,di dedizione interiore, l’archetipo di comportamento,la legge interiore,l’evidenza della realtà “amore” è identica per ambedue i componenti la coppia,o per ogni coppia che ascenda a tali livelli, altrettanto simile per ognuno è la realtà della Verità quando ad essa si voglia realmente ascendere,anziché subire il desiderio psicofisico di abbassarla a se stessi quali ci si trova ad essere per conformazione,sensibilità,predisposizioni innate, o sopraggiunte (imposte) tramite il caos contingente.
La Verità non è soggettiva e molteplice.
E’ una.
Sempre la stessa.
Ciò che è molteplice,multiforme,contraddittorio,opposto sono i veli che la alterano,le deformazioni di essa,le brame subconscie che la incrostano e che per poter esistere,comunque attingono ad essa come filtri sempre più opachi e plumbei di un’unica, incolore,siderea luce.
Rimuovere i filtri è ritrovare l’aurora che essi in vario grado e misura rendevano crepuscolo.
La via della Verità implica il superamento di se stessi,dei propri limiti,delle proprie (sempre meschine) velleità, e quanto più ci si libererà (purificherà) da essi (sempre più incenerendoli) tanto più come nuda evidenza oggettiva la realtà delle cose,un nobile criterio di giudizio,un cosciente intuito sicuro riguardo a ciò che è giusto,affiorerà come asse interiore fra le trame dei propri pensieri,illuminandoli.
E nei pensieri,nel proprio pensiero è l’inizio,il cardine,il campo di battaglia della via verso la Verità.
E’ nei pensieri che la luce di retto giudizio viene ad incontrarsi con le insorgenze automatiche della natura,del subconscio,delle predisposizioni emotive e caratteriali appartenenti alla “impalcatura organica” cui tale luce è innestata per trasmutarle in alto o per subirne la corruzione (l’oscuramento) qualora tale trasmutazione non avvenga.
L’Io dell’uomo è l’arbitro di questa lotta,colui a cui spetta la decisione di tale trasmutazione ed il compito di effettuarla.
L’uomo può essere concepito come una “impalcatura organica” evocatrice di sensazioni su cui è innestato un principio di luce conoscitiva che sono i pensieri, i quali “specchiandosi” nel corpo (individuandosi mediante esso,l’impalcatura organica) permettono che un Io individuale sorga.
L’Io umano è conseguente ai pensieri, è tramite essi che un Io può sorgere ed innestarsi su questo piano di realtà,ed una individualità umana agire.
I pensieri non sono soggettivi,sono una pura,oggettiva,impersonale capacità conoscitiva che può venire soggettivizzata e quindi falsata,appunto dal mescolamento (oscuramento) che la componente biologica,emotiva,naturalistica (filtrandola impuramente) può operare se l’Io non agisce ma si limita a subirla.
L’Io,l’uomo,è il ponte e l’arbitro fra la Verità ed il degradamento,la corruzione di essa.
Liberare i pensieri dalle brame sub-semiconscie della propria natura equivale all’affiorare graduale della Verità,poichè una pura capacità conoscitiva riaffiora per l’Io al livello in cui essa inizia a ritornare tale,e l’Io dell’uomo è l’unica ragione per cui tale processo può avvenire,tale urto verificarsi,tale possibilità presentarsi.
La Verità già esiste (Eterna, Atemporale, Vivente, Una) essa determina comunque anche le leggi biologiche (fisiche ed iper fisiche,sottili) che reggono l’impalcatura organica, l’unico elemento libero,autonomo,non determinato di tale processo e per il quale tale processo accade ,si manifesta,è l’Io dell’uomo (l’ago della bilancia del creato) che può elevarsi ai vari livelli di tale Verità e da tali altezze manifestarla coscientemente,reinserendola operante e folgorante al livello di realtà in cui si trova ad esistere, oppure mancando a tale compito (ascesa) può corrompere tutto il piano di realtà (spirituale,sociale,fisica) che da lui dipende e che da lui attende conoscenza,edificazione,attività sacrale.
I pensieri sono l’inizio,è tramite essi che l’Io sorge a coscienza di sé ed è tramite essi che si ricollega al mondo ed è tramite essi che potrebbe raggiungere (concepire) spiragli sempre più vasti di Verità.
La purificazione può principiare solo nel pensiero.
Il pensiero non è ciò che si pensa ma ciò che permette di farlo,un principio di pura lucidità conoscitiva che può essere potenziato,liberato,purificato,oppure ottenebrato.
Il pensiero è la capacità impersonale di concepire le cose,non il concepito,il formulato,il pensato che ne costituiscono il prodotto soggettivo.
L’atto del pensare (continuamente folgorante la mente) avvenendo si trova innanzi un potenziale di innatismi e predisposizioni caratteriali,di desideri consci e semiconsci,di convinzioni e schematismi culturali imparati (letti o sentiti) ma raramente pensati in prima persona (di prima mano) che immediatamente lo vincolano,lo ottenebrano,lo guidano verso formulazioni cui fornisce vita ma in cui si “sporca” , perdendo la possibilità di retta intuizione che sorgivamente (se avesse trovato una mente ed un animo puri) portava con sé come possibilità e potenza, e l’Io a tal punto (per debolezza di pensiero) non può fare altro che fornire la propria individualità ,ossia la recitazione di un soggetto agente per “proprie convinzioni”, a tale processo meccanico,subpersonale e cieco.
Il caos dei tempi attuali non ha altra origine.
Tale abdicazione del pensiero avviene sistematicamente nella generalità umana (salvo rare eccezioni) variando solo le forme di apparire ed i livelli di intensità e di degradamento di un unico generale stato di dipendenza interiore dell’uomo rispetto alla propria inferiore natura biopsichica.
Nessuno dei massimi esponenti della cultura attuale (ufficiale o rivoluzionaria che sia) escluso.
I meccanicismi razziali (innati ed acquisiti) già esistono comunque,per potersi purificare da essi l’unica via è rafforzare il pensiero sino a che sia tanto potente e radicato in sé da non venire travolto,guidato,manovrato da essi; a tal punto l’Io inizia a liberarsi ed a giudicare conformemente a verità,a giustizia,a serenità d’animo,a purezza,seppure applicherà i prodotti di tale elevazione secondo le proprie capacità e qualità ed attitudini personali depurate.
Tale la via della Verità.
Rafforzare il pensiero è il compito.
Purezza e serenità la meta.
Verità lo scopo.
Rettificazione dell’umano il risultato.
Manifestarsi del Divino.
Cap. 2 L’AZIONE
Il pensiero è la potenza interiore capace di collegare conoscitivamente l’Io con la realtà essenziale dell’universo, mentre (attualmente) il pensato è il prodotto del vincolamento di tale potenza ai bisogni ed ai desideri dell’impalcatura fisica tramite la quale l’Io può individualizzarsi.
Normalmente si è coscienti e si vive solo nel pensato e del pensato,cioè si trae la coscienza di essere e di esistere solo dal poggiare la potenza di concepire sulla realtà esterna e sul proprio mondo emotivo razionale interiore.
Il punto è che ci si trova a pensare solo ciò che si desidera,solo ciò che la natura bio-psichica desidera,solo ciò che si è predisposti a concepire, ossia che ci si trova ad essere coscienti ed a decidere solo quando il vincolamento,l’oscuramento intuitivo è avvenuto.
Tale la comune coscienza di veglia.
E tale è la condizione dalla quale occorre iniziare per potenziare il pensiero.
Occorre abituarlo a stare dinanzi all’Io come pura potenza conoscitiva non più applicata ad alcuna cosa ,poggiante su nulla,su se medesima,libera.
Allora e soltanto allora la possibilità di una luce di libertà e purezza inizia a balenare gradatamente,e la separazione fra la capacità di intuire ed il substrato di predisposizioni ed innatismi che la distorcevano inizia a verificarsi, in quanto questi ultimi possono vivere solo della vita strappata al pensiero e non di vita propria, privarli del pensiero da distorcere è progressivamente placarli,incenerirli,purificarli sino al punto di trasmutarli in filtri puliti e fedeli di quella vita di verità che prima potevano solo distorcere.
Giungere a tanto -a porsi la potenza conoscitiva (che è il pensiero) nuda dinanzi all’Io- lo si può soltanto risalendo il decorso tramite cui il pensiero si manifesta.
Ossia : concentrazione.
Arida.
Apsichica.
Geometrica.
Concentrazione contessuta di volontà.
Che è volontà del vero.
Amore del vero.
Volontà di amore.
Occorre poggiare inizialmente la capacità di pensare su di un oggetto artificiale fabbricato dall’uomo, il più semplice ed il meno emotivamente interessante possibile (penna,scarpa,spilla,bottone,bicchiere,cavatappi,zappa,etc…) e in solitudine ricostruirlo mentalmente,analizzarne e visualizzarne la forma,le singole componenti,il colore,il materiale,l’uso a cui serve,le connessioni logiche e gli altri oggetti che ad esso si riconnettono,se ne può fare brevemente la storia rintracciando l’evoluzione dell’oggetto.
Tutto ciò in solitudine,concisamente,attentamente,il più minuziosamente possibile,senza divagazioni, concentrando i pensieri solo su tale operazione volitiva di ricostruzione e di unificazione mentale di un oggetto ideato dall’uomo.
Ciò per circa qualche minuto.
Limpida attenta minuziosa operazione di pensiero contessuta di volontà.
Al termine di questa azione preliminare, occorre riprendere l’insieme dei pensieri dipanati attorno all’oggetto (ossia tutto ciò che si è pensato nel corso degli almeno alcuni minuti) e tentare di contemplarli TUTTI INSIEME, in sintesi,in un unico “concentrato di significato.
Compiere o tentare di compiere ciò per almeno qualche altro minuto, regolandosi temporalmente ad intuito.
Così come spontaneamente,senza neppure esserne coscienti,al termine della lettura di un libro,il senso (la sintesi) di tutto ciò che si è letto affiora nella mente in un unico insieme intuitivo,adialettico,che precede nei pensieri le parole con cui eventualmente si potrebbe descrivere ciò che si è letto, così (coscientemente e volitivamente) al termine della ricostruzione mentale dell’oggetto occorre fermarsi contemplativamente al livello di pensiero in cui la SINTESI di tutto ciò che si è pensato è una pura evidenza,un’idea allo stato formante,un senso pieno di significato che PRECEDE LE PAROLE con le quali eventualmente lo si potrebbe esprimere scomponendolo.
In definitiva si viene a consumare,ad incenerire,a trascendere il dialettismo,il dispiegarsi delle parole,la frase fatta, poiché quando si tenta di osservare unitariamente,in sintesi,in un unico “colpo d’occhio” mentale,tutto ciò che si è pensato attorno all’oggetto,NON SI PUO’ PIU’ PENSARE A PAROLE, si salta di livello,si è costretti a raggiungere,si è in grado di “toccare” la zona interiore in cui il pensiero sta per rivestirsi di un contenuto,di un significato discorsivo, è sul punto di farlo ma non è più le parole con cui lo si può tradurre e scomporre,è qualcos’altro,inizia a ritornare nudo : spogliato delle parole con cui si determina, il pensiero inizia a rafforzarsi ed a mostrarsi in quella zona sorgiva in cui ancora non può rivestirsi di errore.
L’apparente semplicità della tecnica concentrativi,l’apparente meccanicità che sembra contraddistinguerla, l’apparente lontananza da ogni contenuto metafisico-simbolico,magico,religioso può trarre in inganno i “miopi dello spirito”,mentre in realtà è l’inizio e la chiave di volta pressoché imprescindibile di ogni rettificazione individuale,di ogni ascesa conoscitiva dell’uomo verso il proprio assoluto.
Tutto il resto è erudizione.
Nulla può essere compreso se la capacità di comprensione è impura in partenza.
La prima ascesi attualmente è la rettificazione della propria capacità conoscitiva.
L’inizio di tutto non può essere un verità imparata (qualunque essa sia e per quanto “giusta” essa possa essere) dalla quale dedurre norme,orientamenti e dogmi, ma soltanto ed unicamente la verifica e la rettificazione della capacità che permette di imparare, ossia la coscienza e l’esperienza dell’atto del conoscere che è tutt’uno con la sua purificazione.
Insistere nella tecnica concentrativi permette di prendere coscienza del livello di luce in cui ancora non si pensa discorsivamente, poiché osservare in sintesi -tutti assieme- l’insieme di pensieri discorsivi dipanati attorno ad un oggetto e cercare di mantenere per alcuni minuti tale osservazione,implica un salto di livello interiore,ci si trova ad avere a che fare con UNA FORZA che tiene unita un’evidenza,che tiene unita l’essenza,l’idea,il concentrato adialettico (privo di parole) di quanto si è pensato.
Tale forza è pura.
Tale forza è ciò che continuamente dà vita a ciò che si pensa,ma che mai si è in grado di sperimentare,perché si è troppo avvinti al significato di ciò che si pensa,al prodotto del pensiero,al concetto pensato e non a ciò che permette di concepirlo.
Insistere nella tecnica concentrativa purifica.
E’ l’inizio.
E’ il progressivo SPERIMENTARE sempre più lucidamente l’elemento formativo dei pensieri,che non è i pensieri pensati ma ciò che permette di produrli.
E’ il progressivo prendere coscienza di sé al livello in cui i pensieri STANNO PER FORMARSI, superando il comune livello di veglia e dell’errore in cui si diventa coscienti di sé e del mondo nel pensato,fra i prodotti dialettici,discorsivi in cui l’elemento formante si è già rinchiuso e degradato,poiché gli innatismi e le predisposizioni caratteriali e la razza dell’anima sono ciò che ha ricoperto il suo cadere -folgorare- fra loro di per sé inerti.
E l’Io inizia a purificarsi nel prendere coscienza di sé senza dover pensare qualcosa ma pensando soltanto,poggiando sul potere formante dei pensieri e non sui pensieri già formati.
E’ l’inizio della libertà dalle opinioni,dalle verità accettate perché desiderate in quella forma,dalle frasi fatte che la propria personale natura preferiva.
Tramite la disciplina “concentrativa” l’Io si conquista un terreno vergine,una zona pura,una luce di serenità di giudizio,ossia una autonomia dai propri vincoli che parallelamente è la possibilità di scorgere sempre più disinteressatamente (secondo i propri compiti e le proprie possibilità) il “nocciolo dei problemi” che si pone, sino a che la soluzione può spontaneamente fiorirgli in animo come naturale conseguenza del seme posto con la progressiva liberazione dell’Io.
Tale la via della Verità.
L’inizio di essa:
E con tale inizio l’anima si rischiara.
Poiché conoscere,concepire secondo verità è elevarsi alla qualità delle cose,alla loro bellezza morale,alla riposta purezza della realtà,mediante un atto interiore che è lucidità conoscitiva e splendore animico contessuti di volontà ossia di amore ( si può volere solo ciò che si ama).
Infine il potere formante dei pensieri si mostrerà quale essenzialmente E’ : scultorea qualità SOLARE in uomo, natura SOLARE che struttura la sovrumanità dell’IO.
HELIOS FK AZIONE SOLARE
BIBLOGRAFIA :
RUDOLF STEINER- LA FILOSOFIA DELLA LIBERTA’ (EDITRICE ANTROPOSOFICA)
MASSIMO SCALIGERO –TRATTATO DEL PENSIERO VIVENTE (TILOPA ROMA)
MASSIMO SCALIGERO- LA TRADIZIONE SOLARE (TESEO ROMA)
MASSIMO SCALIGERO- LA LOGICA CONTRO L’UOMO (TILOPA ROMA)
A RUDOLF STEINER. A MASSIMO SCALIGERO.
MAESTRI SOLARI
ASCESI DEL PENSIERO
Cap. 1 La verità
La Verità esiste.
Eterna e una.
Reale e tangibile.
Pura ed assoluta ma al tempo stesso continuamente applicabile alla realtà contingente che da impura e relativa può approssimarsi ad essa sino a livelli supremi.
E tale è il compito dei tempi attuali.
Manifestare la Verità.
Farla fluire nel mondo tramite la propria persona
Accedere ad essa secondo i propri compiti e le proprie possibilità.
Ma non occorre cercarla –essa già esiste continuamente sfiorata e perduta dall’uomo che pensa- ciò che occorre conquistare è quella purezza,quella assenza di desideri consci e semiconsci,quella serenità di anima e pensieri che permette di scorgerla.
La Verità è ciò che si vede e si sa e si decide quando si è tanto coscienti e tanto puri da poterla concepire.
Non è un concetto o una dottrina o una ideologia da ripetere in branco,ma una luce intuitiva della coscienza capace –purchè pura- di concepire in prima persona ciò che è giusto e ciò che non lo è in rapporto ai propri compiti ed alle proprie capacità.
L’uomo continuamente sfiora questa luce,questa possibilità,questa potenza di retto giudizio che è implicita ad ogni pensiero,ma anziché ascendere sin ad essa,la ricopre dei propri “desideri interiori” e la degrada,la opacizza abbassandola al livello di opinione,di ciò che desidera che sia,di ciò che la sua conformazione caratteriale ed animica pretende che sia.perciò stesso perdendola.
I concetti,le ideologie,la cultura,le dottrine,gli ideali non sono la verità (e pertanto impararli cerebralmente a nulla vale) ma solo (e nel migliore dei casi,invero attualmente rarissimo) il prodotto di quella rarefatta,siderea dimensione di supremo equilibrio interiore e di lucida,cosciente trasparenza intuitiva che sola,aformale,eterna,archetipica,vuota è la Verità,e che è essa da conquistare, non i suoi prodotti dialettici,discorsivi,utilizzabili soltanto come appigli intuitivi per introdurvisi.
In questi termini la Verità è una con l’elevazione della persona e l’errore è il degradamento di essa al proprio livello umano,per quanto nobile o erudito o artisticamente acuto esso possa essere.
La via della Verità passa attraverso il troncamento,il superamento in alto dei propri limiti umani.
Niente altro.
Senza scampo.
In suprema nudità.
La Verità è vuota e non può essere analizzata.
E’ una luce di purezza interiore cui solo chi ascende può attingere,ed al cui chiarore soltanto si possono concepire idee conformi a giustizia,realmente incidenti sulla realtà,realmente morali.
E’ uno stato d’essere,non una documentata analisi.
Una siderea dimensione interiore,non una consolante dottrina.
Una luminosa qualità d’animo e di mente,non una monumentale teoria economica.
E’ inoltre un apice umano che ha in se stesso la propria ragione d’essere ,che E’ senza dipendere da nulla altro,che occorre conquistare di per se stesso e non per le eventuali applicazioni intuitive che dall’alto di quella luce possano venire concepite,formulate,decise ed applicate alla realtà, in quanto la Verità è già agire sulla realtà,è la riconnessione (seppure temporanea e continuamente da riconfermare) dell’umano con la propria realtà originaria che compete ad ogni uomo secondo le proprie capacità e possibilità.
La Verità è la condizione normale dell’uomo.
Una assenza di desideri e di velleità naturalistiche insorgenti dalla componente semplicemente razziale,soggettiva,emotiva che è il rifiorire dell’IO umano al livello di nudità in cui soltanto è realmente libero,o in cui soltanto può iniziare ad esserlo,e dal quale soltanto può trarre indirizzi di azione e di decisione realmente giusti perché liberi e quindi morali.
La via della Verità non è prefissata (e nessuno può studiarla cerebralmente o fideisticamente recitarla mediante dogmi o testi sacri rivelati o ciechi e intoccabili materialismi dialettici che tutto credono di spiegare lasciando immutata ed immota l’interiorità umana) ma è un compito di lucente,silenziosa,nobile ascesi interiore individuale,a cui nessuno può sottrarsi, poiché ognuno è veramente se stesso solo fra le vette del proprio assoluto e soltanto fra i ghiacci e le aurore interiori di quelle ascese è riposta la purezza animica e la luce intuitiva che è il proprio OGGETTIVO spiraglio sull’unica Verità.
Tale il compito.
La meta.
La conquista.
La Verità è una, molteplici spiragli su essa non potranno (non possono) che accordarsi fra loro,seppure raggiunti a livelli diversi e tradotti in concetti diversi.
Soltanto l’errore (la verità corrotta) può dividere, la Verità è universale,è un assoluto umano,è una condizione di chiarezza interiore che non può non unire secondo la realtà effettiva delle cose.
Il resto è solo ottundimento,sublimazione erudita,poetica,visionaria del soltanto umano,delle svariate componenti che sono diverse (più o meno nobili) per gradazione,intensità,qualità,in ogni uomo e che ne rappresentano soltanto il limiti,la componente subpersonale da superare e non da codificare dialetticamente,politicamente,religiosamente.
La Verità è in alto (nuda,pura,incorruttibile) e con essa è impossibile barare,così come è impossibile esaurirla in un dogma o in una filosofia, ad essa si può solo attingere elevandosi fra le vette delle proprie migliori qualità,che solo a tali altezze possono valicare i limiti del soltanto umano,iniziando a trasmutarsi in qualche cosa di oggettivamente,di universalmente valido,reale,operativo.
Così come fra uomo e donna quando fiorisce vero amore permeato di offerta interiore,di volontà di consacrazione reciproca,di dedizione interiore, l’archetipo di comportamento,la legge interiore,l’evidenza della realtà “amore” è identica per ambedue i componenti la coppia,o per ogni coppia che ascenda a tali livelli, altrettanto simile per ognuno è la realtà della Verità quando ad essa si voglia realmente ascendere,anziché subire il desiderio psicofisico di abbassarla a se stessi quali ci si trova ad essere per conformazione,sensibilità,predisposizioni innate, o sopraggiunte (imposte) tramite il caos contingente.
La Verità non è soggettiva e molteplice.
E’ una.
Sempre la stessa.
Ciò che è molteplice,multiforme,contraddittorio,opposto sono i veli che la alterano,le deformazioni di essa,le brame subconscie che la incrostano e che per poter esistere,comunque attingono ad essa come filtri sempre più opachi e plumbei di un’unica, incolore,siderea luce.
Rimuovere i filtri è ritrovare l’aurora che essi in vario grado e misura rendevano crepuscolo.
La via della Verità implica il superamento di se stessi,dei propri limiti,delle proprie (sempre meschine) velleità, e quanto più ci si libererà (purificherà) da essi (sempre più incenerendoli) tanto più come nuda evidenza oggettiva la realtà delle cose,un nobile criterio di giudizio,un cosciente intuito sicuro riguardo a ciò che è giusto,affiorerà come asse interiore fra le trame dei propri pensieri,illuminandoli.
E nei pensieri,nel proprio pensiero è l’inizio,il cardine,il campo di battaglia della via verso la Verità.
E’ nei pensieri che la luce di retto giudizio viene ad incontrarsi con le insorgenze automatiche della natura,del subconscio,delle predisposizioni emotive e caratteriali appartenenti alla “impalcatura organica” cui tale luce è innestata per trasmutarle in alto o per subirne la corruzione (l’oscuramento) qualora tale trasmutazione non avvenga.
L’Io dell’uomo è l’arbitro di questa lotta,colui a cui spetta la decisione di tale trasmutazione ed il compito di effettuarla.
L’uomo può essere concepito come una “impalcatura organica” evocatrice di sensazioni su cui è innestato un principio di luce conoscitiva che sono i pensieri, i quali “specchiandosi” nel corpo (individuandosi mediante esso,l’impalcatura organica) permettono che un Io individuale sorga.
L’Io umano è conseguente ai pensieri, è tramite essi che un Io può sorgere ed innestarsi su questo piano di realtà,ed una individualità umana agire.
I pensieri non sono soggettivi,sono una pura,oggettiva,impersonale capacità conoscitiva che può venire soggettivizzata e quindi falsata,appunto dal mescolamento (oscuramento) che la componente biologica,emotiva,naturalistica (filtrandola impuramente) può operare se l’Io non agisce ma si limita a subirla.
L’Io,l’uomo,è il ponte e l’arbitro fra la Verità ed il degradamento,la corruzione di essa.
Liberare i pensieri dalle brame sub-semiconscie della propria natura equivale all’affiorare graduale della Verità,poichè una pura capacità conoscitiva riaffiora per l’Io al livello in cui essa inizia a ritornare tale,e l’Io dell’uomo è l’unica ragione per cui tale processo può avvenire,tale urto verificarsi,tale possibilità presentarsi.
La Verità già esiste (Eterna, Atemporale, Vivente, Una) essa determina comunque anche le leggi biologiche (fisiche ed iper fisiche,sottili) che reggono l’impalcatura organica, l’unico elemento libero,autonomo,non determinato di tale processo e per il quale tale processo accade ,si manifesta,è l’Io dell’uomo (l’ago della bilancia del creato) che può elevarsi ai vari livelli di tale Verità e da tali altezze manifestarla coscientemente,reinserendola operante e folgorante al livello di realtà in cui si trova ad esistere, oppure mancando a tale compito (ascesa) può corrompere tutto il piano di realtà (spirituale,sociale,fisica) che da lui dipende e che da lui attende conoscenza,edificazione,attività sacrale.
I pensieri sono l’inizio,è tramite essi che l’Io sorge a coscienza di sé ed è tramite essi che si ricollega al mondo ed è tramite essi che potrebbe raggiungere (concepire) spiragli sempre più vasti di Verità.
La purificazione può principiare solo nel pensiero.
Il pensiero non è ciò che si pensa ma ciò che permette di farlo,un principio di pura lucidità conoscitiva che può essere potenziato,liberato,purificato,oppure ottenebrato.
Il pensiero è la capacità impersonale di concepire le cose,non il concepito,il formulato,il pensato che ne costituiscono il prodotto soggettivo.
L’atto del pensare (continuamente folgorante la mente) avvenendo si trova innanzi un potenziale di innatismi e predisposizioni caratteriali,di desideri consci e semiconsci,di convinzioni e schematismi culturali imparati (letti o sentiti) ma raramente pensati in prima persona (di prima mano) che immediatamente lo vincolano,lo ottenebrano,lo guidano verso formulazioni cui fornisce vita ma in cui si “sporca” , perdendo la possibilità di retta intuizione che sorgivamente (se avesse trovato una mente ed un animo puri) portava con sé come possibilità e potenza, e l’Io a tal punto (per debolezza di pensiero) non può fare altro che fornire la propria individualità ,ossia la recitazione di un soggetto agente per “proprie convinzioni”, a tale processo meccanico,subpersonale e cieco.
Il caos dei tempi attuali non ha altra origine.
Tale abdicazione del pensiero avviene sistematicamente nella generalità umana (salvo rare eccezioni) variando solo le forme di apparire ed i livelli di intensità e di degradamento di un unico generale stato di dipendenza interiore dell’uomo rispetto alla propria inferiore natura biopsichica.
Nessuno dei massimi esponenti della cultura attuale (ufficiale o rivoluzionaria che sia) escluso.
I meccanicismi razziali (innati ed acquisiti) già esistono comunque,per potersi purificare da essi l’unica via è rafforzare il pensiero sino a che sia tanto potente e radicato in sé da non venire travolto,guidato,manovrato da essi; a tal punto l’Io inizia a liberarsi ed a giudicare conformemente a verità,a giustizia,a serenità d’animo,a purezza,seppure applicherà i prodotti di tale elevazione secondo le proprie capacità e qualità ed attitudini personali depurate.
Tale la via della Verità.
Rafforzare il pensiero è il compito.
Purezza e serenità la meta.
Verità lo scopo.
Rettificazione dell’umano il risultato.
Manifestarsi del Divino.
Cap. 2 L’AZIONE
Il pensiero è la potenza interiore capace di collegare conoscitivamente l’Io con la realtà essenziale dell’universo, mentre (attualmente) il pensato è il prodotto del vincolamento di tale potenza ai bisogni ed ai desideri dell’impalcatura fisica tramite la quale l’Io può individualizzarsi.
Normalmente si è coscienti e si vive solo nel pensato e del pensato,cioè si trae la coscienza di essere e di esistere solo dal poggiare la potenza di concepire sulla realtà esterna e sul proprio mondo emotivo razionale interiore.
Il punto è che ci si trova a pensare solo ciò che si desidera,solo ciò che la natura bio-psichica desidera,solo ciò che si è predisposti a concepire, ossia che ci si trova ad essere coscienti ed a decidere solo quando il vincolamento,l’oscuramento intuitivo è avvenuto.
Tale la comune coscienza di veglia.
E tale è la condizione dalla quale occorre iniziare per potenziare il pensiero.
Occorre abituarlo a stare dinanzi all’Io come pura potenza conoscitiva non più applicata ad alcuna cosa ,poggiante su nulla,su se medesima,libera.
Allora e soltanto allora la possibilità di una luce di libertà e purezza inizia a balenare gradatamente,e la separazione fra la capacità di intuire ed il substrato di predisposizioni ed innatismi che la distorcevano inizia a verificarsi, in quanto questi ultimi possono vivere solo della vita strappata al pensiero e non di vita propria, privarli del pensiero da distorcere è progressivamente placarli,incenerirli,purificarli sino al punto di trasmutarli in filtri puliti e fedeli di quella vita di verità che prima potevano solo distorcere.
Giungere a tanto -a porsi la potenza conoscitiva (che è il pensiero) nuda dinanzi all’Io- lo si può soltanto risalendo il decorso tramite cui il pensiero si manifesta.
Ossia : concentrazione.
Arida.
Apsichica.
Geometrica.
Concentrazione contessuta di volontà.
Che è volontà del vero.
Amore del vero.
Volontà di amore.
Occorre poggiare inizialmente la capacità di pensare su di un oggetto artificiale fabbricato dall’uomo, il più semplice ed il meno emotivamente interessante possibile (penna,scarpa,spilla,bottone,bicchiere,cavatappi,zappa,etc…) e in solitudine ricostruirlo mentalmente,analizzarne e visualizzarne la forma,le singole componenti,il colore,il materiale,l’uso a cui serve,le connessioni logiche e gli altri oggetti che ad esso si riconnettono,se ne può fare brevemente la storia rintracciando l’evoluzione dell’oggetto.
Tutto ciò in solitudine,concisamente,attentamente,il più minuziosamente possibile,senza divagazioni, concentrando i pensieri solo su tale operazione volitiva di ricostruzione e di unificazione mentale di un oggetto ideato dall’uomo.
Ciò per circa qualche minuto.
Limpida attenta minuziosa operazione di pensiero contessuta di volontà.
Al termine di questa azione preliminare, occorre riprendere l’insieme dei pensieri dipanati attorno all’oggetto (ossia tutto ciò che si è pensato nel corso degli almeno alcuni minuti) e tentare di contemplarli TUTTI INSIEME, in sintesi,in un unico “concentrato di significato.
Compiere o tentare di compiere ciò per almeno qualche altro minuto, regolandosi temporalmente ad intuito.
Così come spontaneamente,senza neppure esserne coscienti,al termine della lettura di un libro,il senso (la sintesi) di tutto ciò che si è letto affiora nella mente in un unico insieme intuitivo,adialettico,che precede nei pensieri le parole con cui eventualmente si potrebbe descrivere ciò che si è letto, così (coscientemente e volitivamente) al termine della ricostruzione mentale dell’oggetto occorre fermarsi contemplativamente al livello di pensiero in cui la SINTESI di tutto ciò che si è pensato è una pura evidenza,un’idea allo stato formante,un senso pieno di significato che PRECEDE LE PAROLE con le quali eventualmente lo si potrebbe esprimere scomponendolo.
In definitiva si viene a consumare,ad incenerire,a trascendere il dialettismo,il dispiegarsi delle parole,la frase fatta, poiché quando si tenta di osservare unitariamente,in sintesi,in un unico “colpo d’occhio” mentale,tutto ciò che si è pensato attorno all’oggetto,NON SI PUO’ PIU’ PENSARE A PAROLE, si salta di livello,si è costretti a raggiungere,si è in grado di “toccare” la zona interiore in cui il pensiero sta per rivestirsi di un contenuto,di un significato discorsivo, è sul punto di farlo ma non è più le parole con cui lo si può tradurre e scomporre,è qualcos’altro,inizia a ritornare nudo : spogliato delle parole con cui si determina, il pensiero inizia a rafforzarsi ed a mostrarsi in quella zona sorgiva in cui ancora non può rivestirsi di errore.
L’apparente semplicità della tecnica concentrativi,l’apparente meccanicità che sembra contraddistinguerla, l’apparente lontananza da ogni contenuto metafisico-simbolico,magico,religioso può trarre in inganno i “miopi dello spirito”,mentre in realtà è l’inizio e la chiave di volta pressoché imprescindibile di ogni rettificazione individuale,di ogni ascesa conoscitiva dell’uomo verso il proprio assoluto.
Tutto il resto è erudizione.
Nulla può essere compreso se la capacità di comprensione è impura in partenza.
La prima ascesi attualmente è la rettificazione della propria capacità conoscitiva.
L’inizio di tutto non può essere un verità imparata (qualunque essa sia e per quanto “giusta” essa possa essere) dalla quale dedurre norme,orientamenti e dogmi, ma soltanto ed unicamente la verifica e la rettificazione della capacità che permette di imparare, ossia la coscienza e l’esperienza dell’atto del conoscere che è tutt’uno con la sua purificazione.
Insistere nella tecnica concentrativi permette di prendere coscienza del livello di luce in cui ancora non si pensa discorsivamente, poiché osservare in sintesi -tutti assieme- l’insieme di pensieri discorsivi dipanati attorno ad un oggetto e cercare di mantenere per alcuni minuti tale osservazione,implica un salto di livello interiore,ci si trova ad avere a che fare con UNA FORZA che tiene unita un’evidenza,che tiene unita l’essenza,l’idea,il concentrato adialettico (privo di parole) di quanto si è pensato.
Tale forza è pura.
Tale forza è ciò che continuamente dà vita a ciò che si pensa,ma che mai si è in grado di sperimentare,perché si è troppo avvinti al significato di ciò che si pensa,al prodotto del pensiero,al concetto pensato e non a ciò che permette di concepirlo.
Insistere nella tecnica concentrativa purifica.
E’ l’inizio.
E’ il progressivo SPERIMENTARE sempre più lucidamente l’elemento formativo dei pensieri,che non è i pensieri pensati ma ciò che permette di produrli.
E’ il progressivo prendere coscienza di sé al livello in cui i pensieri STANNO PER FORMARSI, superando il comune livello di veglia e dell’errore in cui si diventa coscienti di sé e del mondo nel pensato,fra i prodotti dialettici,discorsivi in cui l’elemento formante si è già rinchiuso e degradato,poiché gli innatismi e le predisposizioni caratteriali e la razza dell’anima sono ciò che ha ricoperto il suo cadere -folgorare- fra loro di per sé inerti.
E l’Io inizia a purificarsi nel prendere coscienza di sé senza dover pensare qualcosa ma pensando soltanto,poggiando sul potere formante dei pensieri e non sui pensieri già formati.
E’ l’inizio della libertà dalle opinioni,dalle verità accettate perché desiderate in quella forma,dalle frasi fatte che la propria personale natura preferiva.
Tramite la disciplina “concentrativa” l’Io si conquista un terreno vergine,una zona pura,una luce di serenità di giudizio,ossia una autonomia dai propri vincoli che parallelamente è la possibilità di scorgere sempre più disinteressatamente (secondo i propri compiti e le proprie possibilità) il “nocciolo dei problemi” che si pone, sino a che la soluzione può spontaneamente fiorirgli in animo come naturale conseguenza del seme posto con la progressiva liberazione dell’Io.
Tale la via della Verità.
L’inizio di essa:
E con tale inizio l’anima si rischiara.
Poiché conoscere,concepire secondo verità è elevarsi alla qualità delle cose,alla loro bellezza morale,alla riposta purezza della realtà,mediante un atto interiore che è lucidità conoscitiva e splendore animico contessuti di volontà ossia di amore ( si può volere solo ciò che si ama).
Infine il potere formante dei pensieri si mostrerà quale essenzialmente E’ : scultorea qualità SOLARE in uomo, natura SOLARE che struttura la sovrumanità dell’IO.
HELIOS FK AZIONE SOLARE
BIBLOGRAFIA :
RUDOLF STEINER- LA FILOSOFIA DELLA LIBERTA’ (EDITRICE ANTROPOSOFICA)
MASSIMO SCALIGERO –TRATTATO DEL PENSIERO VIVENTE (TILOPA ROMA)
MASSIMO SCALIGERO- LA TRADIZIONE SOLARE (TESEO ROMA)
MASSIMO SCALIGERO- LA LOGICA CONTRO L’UOMO (TILOPA ROMA)
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